E' passato un anno da quando io e la mia famiglia abbiamo lasciato l'Italia, e nonostante mi senta ancora lontano dal fare un bilancio, vale la pena di soffermarsi un attimo a guardare il cammino percorso.
Da buon developer agile, mi viene spontaneo fare riferimento allo sprint retrospective
E quindi via, cominciamo:
Cose che sono andate bene
Il salto di qualità della routine giornaliera è impressionante
Dormiamo un'ora in più al giorno, e nonostante questo abbiamo ancora due ore in più rispetto al tempo che avevamo ai tempi di Roma.
Infatti i tempi per andare a lavoro sono praticamente nulli.
Parlo di 7 minuti da porta di casa a porta dell'ufficio, per me, che sono lontano e devo andare in bicicletta.
Mia moglie ci mette di meno, e va a piedi.
Stiamo più tempo insieme, e lo dedichiamo ai nostri figli e a qualche hobby.
Riusciamo persino a pranzare insieme, anche se per me è un po' una corsa il pranzo a casa.
La salute dei bambini
In italia, da ottobre a marzo, passare il fine settimana chiusi in casa era una cosa normale per noi: i bambini erano quasi sempre malati.
Ora, so che sembra pazzesco, ma da che siamo qua avremo collezionato una decina di giorni di malattia tra tutti e quattro.
Self confidence
Ce l'abbiamo fatta, abbiamo trovato il coraggio di andar via, di mollare gli ormeggi e partire, lasciandoci tutto dietro.
Cosa non facile con due bambini e una casa acqistata con tanto di mutuo da pagare.
Abbiamo affrontato una nuova nazione, un lavoro in una lingua che non è la nostra, sfide che non potevamo nemmeno immaginare cosa avrebbero significato.
Ce l'abbiamo fatta, ce la facciamo ogni giorno.
Ed è bello, è gratificante, aiuta, e generalmente non è neanche così difficile.
Se abbiamo fatto questo, siamo pronti al prossimo passo, quale che sia.
Il lavoro
La qualità del lavoro è eccellente, si lavora molto duramente con poche brevi pause, ma il livello tecnico e organizzativo è un altro mondo.
Gli straordinari, fin ora, sono veramente straordinari, si lavora 8 ore e non un minuto di più.
Fuori c'è una vita da vivere, questo lo capiscono tutti.
La speranza
la speranza è stata un po' la chiave della nostra partenza.
Beh devo dire, a quella da un po' di tempo non ci penso più. Non c'è più motivo.
Adesso quando penso al futuro, lo guardo con curiosità... chissà dove saremo tra qualche anno!
GIbilterra ha depennato la parola speranza dal nostro dizionario, sostituendola con una routine appagante e gratificante.
La sicurezza
"Gibraltar is a safe place" è un mantra che chi vive qua si sente ripetere da tutti.
E' vero.
Mi è capitato di lasciare la casa aperta, la bicicletta di mio figlio slegata in mezzo alla strada per un giorno intero e in diverse occasioni: Non succede mai niente.
La lingua
sentire i miei fligli parlare in inglese con accento perfetto, e a volte anche spiccicare qualche parola in spagnolo, è una cosa che mi inorgoglisce moltissimo.
La cultura
Capiamoci, vengo da Roma, un posto in cui ogni pietra e in ogni mattone è impregnato di storia e di cultura.
A Gibilterra da questo punto di vista c'è ben poco. Si, Nelson, le colonne di Ercole, la fine del mondo conosciuto, il dominio dei mari da parte dell'Inghilterra. Ok.
Ma a Gibilterra praticamente non c'è altro.
Intorno c'è la Spagna, che riverbera anche nei nomi delle sue città "de la fronteira", gli echi di una difficile lotta contro gli eserciti musulmani, La bellissima Spagna, che tanto somiglia alla nostra bella nazione, nel bene e nel male.
Ma a Gibilterra praticamente non c'è altro.
Intorno c'è la Spagna, che riverbera anche nei nomi delle sue città "de la fronteira", gli echi di una difficile lotta contro gli eserciti musulmani, La bellissima Spagna, che tanto somiglia alla nostra bella nazione, nel bene e nel male.
Qua però la cultura non è nelle cose, ma nelle persone.
E' nel collega Greco, Polacco, Portoghese, Taiwanese, Inglese, Ucraino, Russo, Rumeno, Indiano e naturalmente Spagnolo, per citare quelli a meno di 5 metri da me.
Storie da ascoltare, cibi da ingurgitare, religioni, costumi, credenze e malintesi culturali.
Gente che viene, sta qualche anno, e poi va via.
E' nel collega Greco, Polacco, Portoghese, Taiwanese, Inglese, Ucraino, Russo, Rumeno, Indiano e naturalmente Spagnolo, per citare quelli a meno di 5 metri da me.
Storie da ascoltare, cibi da ingurgitare, religioni, costumi, credenze e malintesi culturali.
Gente che viene, sta qualche anno, e poi va via.
Quando penso ai Gibilterrini, quelli veri, quelli che qua ci son nati e cresciuti, mi viene spesso in mente un pezzo di un monologo di Novecento, de La leggenda del pianista sull'oceano:
Io ci sono nato su questa nave… e vedi anche qui il mondo passava… ma a non più di 2000 persone per volta. E di desideri ce n’erano! Ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa.
Gibilterra è un po' così.
Il clima
Il clima
C'è vento. Non un vento impossibile, ma più vento di quanto ce n'era a Roma.
A parte questo è un clima spettacolare: la temperatura nelle ore più buie delle notti più fredde, difficilmente scende sotto la doppia cifra, e d'estate difficilmente sale oltre i 35 gradi.
Il fuso orario
Gibilterra adotta il fuso orario spagnolo, che è lo stesso italiano.
Però è 1500/2000 km più a ovest dell'Italia, il che vuol dire quasi due ore in più di luce ogni giorno.
D'inverno alle 18 si esce da lavoro con la luce, d'estate alle 22 il cielo è ancora luminoso.
Gli ultimi due punti sono davvero niente male per un meteopatico come me.
Cose che sono andate così, e possono migliorare:
La medicina
Qua non esiste il medico di famiglia, non c'è una persona sola che ti segue e ti conosce, e che in qualche modo si fa carico dei tuoi problemi di salute.
Il sistema sanitario si basa su una serie di emergency doctor, tra i quali ce ne sono di bravi e di capre, che condividono la tua cartella clinica tramite un sistema informativo.
Il senso della loro esistenza in quanto medici però, è quello di darti qualcosa che ti faccia stare meglio.
Non fanno, non provano neanche a fare diagnosi accurate, ad andare a fondo ad un problema, a indirizzarti verso uno specialista.
Pijate sta pastiglia, e starai meglio.
Poi puoi prendere appuntamento con qualcuno di loro non in emergency, ma di solito c'è da attendere un po'.
A parte questi dottori, puoi rivolgerti un po' dove ti pare, perché il datore di lavoro ti fornisce di una assicurazione sanitaria generalmente più che discreta, e che copre molte cose.
Il problema è che in mancanza di una guida disinteressata, il rischio di finire in mano a pescecani, che vogliono solo guadagnare, anche se non hanno idea di come risolvere il tuo problema, è alto.
Infine c'è l'ospedale, ove tutto è gratuito, ma che ha tempi di attesa non altissimi per i nostri standard, ma comunque oltre il mese.
Quanto lunghi, suppongo che dipenda dalle patologie.
Ovviamente non sto parlando di casi di emergenza!
Questo ultimo settore ancora non lo consoco bene, sembra che i medici siano più competenti e più disinteressati, ma vedremo, o forse no, speriamo di no.
I parenti e gli amici
Mancano, c'è poco da fare.
O meglio, i parenti soprattutto, sono venuti più di quanto ci saremmo immaginati, ed è stato bellissimo.
Ma vorremmo che fosse più facile e immediato andare e venire dall'Italia, soprattutto dal sud Italia, quella terra dimenticata da Dio e buona solo a procurare voti.
Gli amici veri restano amici anche se non li vedi per anni, ma a volte mancano anche loro.
Qua abbiamo conosciuto moltissime persone stupende, tanti buoni amici, gente con cui si passa piacevolmente il tempo insieme.
Ma nessun amico vero.
La scuola
La scuola (parlo della pimary school, dai 5 agli 8 anni) è per il momento un po' una incognita.
La sensazione è che non si lavori abbastanza, i bambini sono divisi in 4 livelli in matematica e in inglese, le materie più importanti.
Questo non incentiva a migliorare, fa eccellere chi eccelle, ma chi sta indietro, se non trova stimoli dalla famiglia, resta dietro.
Il posto fisso
Croce e delizia degli italiani, qua il posto fisso potete scordarvelo.Ti licenziano in 5 minuti, e domani non c'è bisogno che vieni a lavoro.Scordatevi perciò anche i fancazzisti professionisti, quelli che arrivano a 50 anni, la loro azienda chiude e non sanno cosa fare perché non hanno mai sviluppato una professionalità.
Però oggi vi scrivo quanto è stato bello quest'anno, domani potrei essere senza un lavoro.
Non è una bella sensazione.
La lingua (per me)
Quando mi sono trasferito qua, speravo in un apprendimento della lingua più rapido.
Ognuno ha le proprie qualità, l'orecchio per le lingue, semplicemente, non rientra tra le mie.
La dogana
La dogana con la Spagna è una bella limitazione.
Per lo più non ci tange, vivendo e lavorando dentro Gib.
Ma per chi ha intenzione di venire da queste parti, e viaggiare tutti i giorni dalla Spagna, aprite bene le orecchie: la dogana è un bel dito dove non vorresti averlo.
La medicina
Qua non esiste il medico di famiglia, non c'è una persona sola che ti segue e ti conosce, e che in qualche modo si fa carico dei tuoi problemi di salute.
Il sistema sanitario si basa su una serie di emergency doctor, tra i quali ce ne sono di bravi e di capre, che condividono la tua cartella clinica tramite un sistema informativo.
Il senso della loro esistenza in quanto medici però, è quello di darti qualcosa che ti faccia stare meglio.
Non fanno, non provano neanche a fare diagnosi accurate, ad andare a fondo ad un problema, a indirizzarti verso uno specialista.
Pijate sta pastiglia, e starai meglio.
Poi puoi prendere appuntamento con qualcuno di loro non in emergency, ma di solito c'è da attendere un po'.
A parte questi dottori, puoi rivolgerti un po' dove ti pare, perché il datore di lavoro ti fornisce di una assicurazione sanitaria generalmente più che discreta, e che copre molte cose.
Il problema è che in mancanza di una guida disinteressata, il rischio di finire in mano a pescecani, che vogliono solo guadagnare, anche se non hanno idea di come risolvere il tuo problema, è alto.
Infine c'è l'ospedale, ove tutto è gratuito, ma che ha tempi di attesa non altissimi per i nostri standard, ma comunque oltre il mese.
Quanto lunghi, suppongo che dipenda dalle patologie.
Ovviamente non sto parlando di casi di emergenza!
Questo ultimo settore ancora non lo consoco bene, sembra che i medici siano più competenti e più disinteressati, ma vedremo, o forse no, speriamo di no.
I parenti e gli amici
Mancano, c'è poco da fare.
O meglio, i parenti soprattutto, sono venuti più di quanto ci saremmo immaginati, ed è stato bellissimo.
Ma vorremmo che fosse più facile e immediato andare e venire dall'Italia, soprattutto dal sud Italia, quella terra dimenticata da Dio e buona solo a procurare voti.
Gli amici veri restano amici anche se non li vedi per anni, ma a volte mancano anche loro.
Qua abbiamo conosciuto moltissime persone stupende, tanti buoni amici, gente con cui si passa piacevolmente il tempo insieme.
Ma nessun amico vero.
La scuola
La scuola (parlo della pimary school, dai 5 agli 8 anni) è per il momento un po' una incognita.
La sensazione è che non si lavori abbastanza, i bambini sono divisi in 4 livelli in matematica e in inglese, le materie più importanti.
Questo non incentiva a migliorare, fa eccellere chi eccelle, ma chi sta indietro, se non trova stimoli dalla famiglia, resta dietro.
Il posto fisso
Croce e delizia degli italiani, qua il posto fisso potete scordarvelo.Ti licenziano in 5 minuti, e domani non c'è bisogno che vieni a lavoro.Scordatevi perciò anche i fancazzisti professionisti, quelli che arrivano a 50 anni, la loro azienda chiude e non sanno cosa fare perché non hanno mai sviluppato una professionalità.
Però oggi vi scrivo quanto è stato bello quest'anno, domani potrei essere senza un lavoro.
Non è una bella sensazione.
La lingua (per me)
Quando mi sono trasferito qua, speravo in un apprendimento della lingua più rapido.
Ognuno ha le proprie qualità, l'orecchio per le lingue, semplicemente, non rientra tra le mie.
La dogana
La dogana con la Spagna è una bella limitazione.
Per lo più non ci tange, vivendo e lavorando dentro Gib.
Ma per chi ha intenzione di venire da queste parti, e viaggiare tutti i giorni dalla Spagna, aprite bene le orecchie: la dogana è un bel dito dove non vorresti averlo.
Per completare la sprint retrospective, mancherebbe il capitolo "azioni da intraprendere", ma ho mai detto che è una vera sprint reptrospective questa?
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