domenica 23 marzo 2014

Italians, what's wrong with you?

Visto che nel primo post avevo fatto un programma, e visto che questo non è un lavoro, ma un hobby, decido deliberatamente di non rispettarlo per parlare di qualcosa che ho vissuto nel periodo precedente alla partenza.
Vi descrivo una scena per tutte, ma vi assicuro che ne ho vissuto a centinaia di situazioni così:

Entro in una ferramenta e chiedo:
  1. scotch da imballaggio
  2. due connettori per lampadine 
  3. adattatore per prese inglesi
Al 3, il commesso (mai visto prima) ha un sussulto:
- te ne vai!
- ...
- e dove te ne vai?
- ...a Gibilterra
- oh ma bravo! Fai bene! Quanto me piacerebbe pure a me, qua ormai nun ce stà più un ca@@o fai bene, bravo...

...e via così per altri due minuti.
Ragazzi, da non crederci, ma è sempre così!
I colleghi, gli amici e anche gli sconosciuti, tutti, ma proprio tutti che ti dicono "fai bene, bravo, come ti invidio!"
Poi a volte ti raccontano la loro esperienza, quanto si sono pentiti di essere tornati, o di non essere andati.
Ora io dico: va bene che un discorso così te lo faccia l'esterofilo.
Ci sta che un collega che sta all'estero da un paio di anni ti dica: "il peggior errore della mia vita è stato non essermene andato prima".
Ok il disoccupato, ok la mamma con contratto a progetto che non è stato rinnovato dopo essere rimasta incinta.
Ma quello che io e mia moglie abbiamo vissuto è una cosa diversa, a dirci "bene, bravi", e "ti mando il cv" è una percentuale che rasenta il 100% delle persone con cui abbiamo avuto occasione di parlare di questa cosa, e sono tante...
La cosa mi sconcerta, perché mi sarei aspettato che qualcuno, non tanti, ma qualcuno, ci dicessero qualcosa del tipo "no, io non lo farei mai" o "l'Italia è il più bel paese del mondo" o ancora "ma chi te la fa fare?".
Nessuno.
In un paio di mesi di preparativi, nessuno.
E l'amor di patria? Che fine ha fatto l'amor di patria?
Siamo un paese senza speranze.
Che tristezza.

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