"Come si vive là?"
E' la domanda che più in assoluto mi rivolgono amici, e conoscenti da che sono qua a Gibilterra.
E allora vi rispondo su queste pagine: è BELLA.
Noi siamo riusciti a trovare casa in affitto dentro Gibilterra (non in Spagna, come fanno molti, presto scriverò due righe in merito), ed adesso ci si prospetta un anno, almeno, in cui per andare a lavorare basta attraversare la strada, e lo stesso per accompagnare nostro figlio grande (6 anni) a scuola.
Invece per quanto riguarda il piccolo, 3 anni a maggio, ci toccherà fare addirittura un isolato.
Questa cosa, dopo dodici anni a Roma, dopo ben dodici anni di pendolarismo, con spostamenti dai 60 ai 100 minuti a tratta, basta a dire che, si, si sta proprio bene. (100 minuti sono 1 ora e 40 a tratta, 3 ore e 10 tra andata e ritorno, ogni santo giorno, scioperi e ritardi dei treni esclusi. Non so se mi spiego.)
Qua riusciamo a pranzare insieme, a trascorrere del tempo al parco o in altre attività, da quando finisce la scuola a quando è ora di cena, e poi di nanna. Sembra un sogno.
Ma non è tutto oro: l'affitto costa caro, la spesa dentro Gibilterra pure (ma la faremo in Spagna, dove si può riempire il carrello senza badare troppo al prezzo, comprando pesce, carne e vino, ed uscire con 100 euro di spesa), le bollette ancora non lo sappiamo bene, speriamo di non avere grosse sorprese.
La scuola e la sanità invece non dovrebbero averne: l'una è gratuita, l'altra è fornita dall'azienda in forma di assicurazione sanitaria.
Però ci sono tanti nodi insoluti, tante sfide da affrontare.
La prima, è il mio lavoro.
Per adesso ci manterremo, sempre se riusciremo a star nelle spese, solo con lo stipendio di mia moglie, mentre io farò corsi di inglese e seguirò l'inserimento del figlio grande a scuola.
Non lavorare mi sta stretto, ma per ora va bene così, ci sarà bisogno di un supporto per i nostri figli, e mi ci dedicherò volentieri: in meno di tre settimane ho sviluppato con loro un rapporto migliore di quello che avevo alla partenza. Recupero terreno, recupero affetto, e l'assenza da lavoro non mi pesa ancora, anche se mi sembra strano... come una vacanza che comincia a durare troppo.
Non posso restare a lungo senza lavoro, presto dovrò mettermi alla ricerca.
Quanto presto, dipenderà dalla mia capacità di apprendimento della lingua.
Parto da un livello intermediate, ma prima di poter fare un lavoro simile a quello che ho lasciato in sospeso in italia, ero Solution Manager in una nota azienda di gaming, ne dovrà passare di acqua sotto i ponti!
Staremo a vedere, ci stiamo provando, inseguiamo un sogno.
Si perché qua c'è la speranza.
La speranza di farcela, di migliorare ancora, di diventare trilingue, di guadagnare uno stipendio commisurato alle nostre capacità, alle lauree, alle certificazioni, all'impegno.
La speranza di aprire il mondo ai nostri bambini, che potranno andare ovunque vorranno.
E non c'è nulla da fare, se si vuole progredire, bisogna avere il coraggio di cambiare, anzi, di abbracciare il cambiamento... è o non è il secondo principio del manifesto agile?
E allora eccoci qua, e per fortuna le cose stanno progredendo per il verso giusto.
E se volete raggiungerci, Gibilterra è là, dopo la frontiera a sinistra, e poi dritto fino al mattino.
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